Oggi nuova bellissima intervista per la rubrica Skater ed Interviste; oggi facciamo una chiacchierata per conoscere più da vicino e raccontare la storia di Lucrezia Zarattini. Avete letto bene, parliamo di Lucrezia Zarattini skater della Nazionale Italiana di Skateboarding, una vera eccellenza nel mondo skate italiano.
Ciao Lucrezia, è davvero bello fare quattro chiacchiere con te e poterti conoscere, e soprattutto farti conoscere meglio a tutti gli skater e non, della nostra community di WeAreSkarte. Abbiamo talmente tante curiosità e cose da chiederti che direi di iniziare subito con le domande.
Lucrezia, parlaci di te, chi sei da dove vieni e chi è Lucrezia.
Ciao ho 18 anni e vengo da Brugherio, una cittadina in provincia di Monza Brianza. Sono abbastanza timida, quando conosco persone nuove o mi trovo in contesti nuovi, superato il primo impatto poi divento più estroversa. Frequento il 5° liceo delle scienze umane. Mi piace viaggiare.
Quando e come è nata la tua passione per lo skateboarding?
La prima volta che ho provato uno Skate avevo 7 anni, la passione vera però è nata attorno al 2014, quando in un giorno d’autunno, i miei genitori hanno portato me e mio fratello al parco Lambro. Avevamo entrambi uno skate comprato pochi anni prima, ma ero capace solo di starci in piedi, per imparare a droppare ci è voluto ancora un po’. In quella giornata mi sono divertita molto e ho iniziato ad andare allo skatepark ogni tanto e pian piano mi sono appassionata; conoscendo i primi amici con cui condividere il mio divertimento. In poco tempo dall’andare solo una volta nel weekend sono arrivata ad oggi che skeito quasi tutti i giorni.
Dove hai iniziato a skaetare, dove ti ritrovi più spesso ad allenarti, spot preferito?
Come già detto ho iniziato a fare skate al parco Lambro dove c’è una bowl grande, con varie misure di transizione. Adesso il mio local park Milanese è il Pinbowl Skatepark che è a Pero. Il mio spot street preferito è “casa Milan” la sede della squadra di calcio del Milan, dove ci sono tantissimi bank e si può usare l’immaginazione per creare delle Line.
Lo skate è il tuo sport principale o ne pratichi altri?
Si! Decisamente lo skate è il mio primo sport, però sin da piccola odio il non far niente e mi piace praticare anche altri sport, come la bici, il tennis e qualsiasi cosa non mi tenga in casa.
Che tavola e assetto usi di solito?
Uso una Santa Cruz 8.25, come truck ho degli independent 149, per le ruote uso le OJ 54 mm e il grip grizzly. Il mio set up è sempre questo, l’unica cosa che cambio magari è lo shape delle ruote, per provare e capire con quale mi trovo meglio
Girando moltissimo per skatepark per eventi, contest e altro; dicci la top 5 degli skatepark in Italia.La mia top 5 dei park italiani è:
La mia top 5 degli Skatepark in Italia è:
2. Pinbowl skatepark a Milano
3. Adriatic bowl a Fano
4. Il nuovissimo skatepark di lignano sabbiadoro
5. Big Air lab ad Ancona
Sempre parlando di “skatepark”, sappiamo che durante il lockdown causa Covid-19, ti sei costruita un mini-park in giardino. Raccontaci come è nata la cosa, come l’hai tirato su e soprattutto come hai convinto i tuoi genitori a prendere il controllo del giardino. eheh 😄
Era già un mese che non mettevo i piedi sulla tavola, mi stavo intristendo, allora ho deciso di fare qualcosa per interrompere questa astinenza. Avevo in garage tante assi di legno, così, con l’aiuto dei miei genitori, ho creato per primo un ledge, poi dopo che ho capito che in box faceva troppo rumore, ho deciso di provare a metterlo in giardino, ma avevo bisogno di creare una sorta di pavimento per coprire il prato. Perciò ho raccolto tutte le assi di legno che avevo e ho creato questo pavimento. Penso sia lo spot più difficile che io abbia mai skeitato, pieno di buchi che mi facevano cadere sempre. I miei genitori sono i miei primi sostenitori, non c’è stato bisogno di convincerli, sanno quanto per me sia importante skeitare e quindi mi hanno lasciato fare quello che volevo, dato il periodo difficile per tutti. L’erba del giardino sarebbe ricresciuta.
– Questo si chiama: Passione, amore per lo skateboarding, dimostra quanto sia più di un semplice sport. Complimenti Lucrezia, sia per la passione sia per le doti da falegname/costruttrice di rampe. 😀 –
Quante ore ti alleni al giorno e come è strutturato un tuo allenamento?
Il mio allenamento non ha una struttura precisa, skeito e basta, provo quello che voglio imparare e l’unica cosa che cerco di fare è di non perdere i trick che ho, cercando di farli sempre ogni volta che vado a skeitare. Le ore di allenamento variano dalle 3 alle 7 ore al giorno, dipende da come sta il mio corpo, perché alle volte anche se vorrei skeitare tutto il giorno, per stanchezza o le ammaccature riesco solo per qualche ora.
Trick preferito e quello che vuoi imparare/migliorare di più
Il mio trick preferito e probabilmente il fs boneless e quello che vorrei imparare è flip Indy sui quarter, qualche mese fa prima di tutti gli infortuni che ho avuto quest’anno, ci ero andata molto vicino e ho questo pallino in testa da allora.
Passiamo a una delle domande più attese: la Nazionale Italiana, un sogno avverato o come lo consideri? Come sei entrata nel team e cosa si prova a rappresentare la propria nazione nei contest ed eventi più importanti?
Non lo definirei un sogno avverato, anni fa non sapevo che ci fosse una nazionale di skate e quindi non era un mio obbiettivo, è accaduto, mi hanno visto skeitare, hanno visto del potenziale e mi è stata data questa occasione. Nel 2018 è partito un progetto femminile in vista delle Olimpiadi di Tokyo, per scegliere le atlete che avrebbero partecipato alle gare di qualifica, c’è stato un incontro con la federazione e alcune ragazze, in quel momento mi hanno proposto di fare parte della nazionale e di partecipare alle gare per la qualifica per Tokyo 2020.
Per me è una grande opportunità sia livello personale e che sportivo. Da quando ho 15 anni viaggio con la nazionale, in giro per il mondo a skeitare, poter vedere altre culture e luoghi è bellissimo. Onestamente cerco di non pensare al fatto che rappresento la mia nazione, perché sono una persona che soffre tanto di ansia e tensione prima delle competizioni; quindi, devo cercare di levarmi il più possibile responsabilità dalle spalle per dare il meglio in gara.
Cos’è cambiato maggiormente da quando sei entrata nella nazionale?
Dal 2018 sono cambiate tante cose, il mio approccio allo skate è diverso rispetto a prima, adesso quando vado a skeitare ho sempre il pensiero che sono una skater che fa gare e che quindi devo avere una certa consistenza nei trick e alle volte questo pensiero diventa stressante, soprattutto quando non entra il trick che vuoi, per il resto è sempre la mia passione e la approccio come tale e mi diverto sempre.
Hai girato davvero tanti skatepark non solo in Italia ma un po’ in tutto il mondo, da Parigi a Rio passando per il Qatar e tanti altri. Dove ti sei divertita di più, quale posto ti ha lasciato senza parole e dove credi ci sia maggiore passione per lo skate?
È difficile scegliere un posto dove mi sono divertita di più, sono stati tutti momenti bellissimi e indimenticabili. A livello di skate sicuramente la California è il posto migliore, da la possibilità di skeitare anche nei giorni di non gara, per le numerose strutture a disposizione; mentre negli altri posti è più complicato, dato che magari l’unico park esistente e quello adibito alla gara. Ogni posto è diverso in tutti gli aspetti, non c’è né uno che mi piace più di un altro. A livello personale mi è rimasto nel cuore il Qatar.
Tra i tanti eventi e contest a cui hai partecipato, solo per citarne alcuni: il World Beach Games, lo Skateboarding World Championship tenutosi in Cina; raccontaci qualche aneddoto e cosa ti hanno insegnato eventi di questo calibro.
Sicuramente viaggiare sin da ragazzina, mi ha aiutato a maturare in fretta e prendermi cura di me stessa e delle mie cose senza i miei genitori, chiunque si ritrova in un ambiente professionale sin da piccoli tende a crescere più velocemente dato l’ambiente da “adulti”. Gli aneddoti sarebbero infiniti, ogni esperienza ha avuto i suoi pro e i suoi contro e ogni viaggio ha un aneddoto.
Partecipando ad eventi così importanti avrai conosciuto anche skater che molti di noi vedono solo sui video o sulle copertine delle riviste, parlaci di qualcuno di loro
Ho conosciuto tantissima gente con cui ho anche legato, e nonostante la distanza continuo a sentire anche quando sono in Italia. Di certo nomino Bryce Wettstein, una mia amica Statunitense con cui ho legato fin da subito, è una ragazza speciale e diversa dalle altre, ammiro tantissimo la sua visione dello skateboarding e del mondo. Un’ altra ragazza con cui ho legato è Madeline Larcheron dalla Francia, timida, ma molto competitiva.
Bowl o Street, quale preferisci e cosa ti piace più di uno e più dell’altro.
Eh beh preferisco bowl, la sensazione di volare facendo gli air lo street non te la regala, apprezzo anche lo street è sempre skateboarding, e ammetto che mi fa più paura però, approcciare i rail mi terrorizza.
La domanda precedente era un po’ provocatoria visto che dal 2019 ad oggi sei sempre stata presente nei primi 2 gradini del podio nel CIS; sia nella specialità Park che in quella Street. Ormai una veterana del circuito, prossimi obiettivi?
Non ho obbiettivi a lungo termine se non Parigi 2024; per ora mi sto concentrando a riprendermi dall’infortunio che ho subito due mesi fa alla caviglia, non sono ancora al 100%, piano piano mi sto riprendendo, ho ancora del dolore abbastanza persistente, dovrò avere pazienza e stringere i denti.
Chi sono i due atleti più forti dal tuo punto di vista a livello mondo, uomo e donna?
Guardando nel mio mondo, quello che fa gare, direi per le donne Sky Brown, ha uno stile molto bello e fa trick da paura, difficili e con una consistenza molto alta. Per gli uomini invece trovo più difficile scegliere, ma se devo fare un nome dico Pedro Barros.
Ed in Italia, chi sta emergendo e secondo te dovremmo intervistare?
Dovreste intervistare Alessandro Mazzara, anche se ha già un nome noto nel mondo dello skateboarding, ha tanto talento, tricks e stile, uno skater che ammiro.
Segnalaci un nome di giovanissimo skater che secondo non possiamo perdere di vista.
Tra i giovani emergenti Leonardo Beltrame. Ha 11 anni ma skeita come un adulto, potrà fare tanta strada sopratutto perché è ancora piccolo, è il mio ragazzino preferito; lo conosco e ci skeito assieme, mi regala una carica gigantesca che mi aiuta a provare nuovi trick. Vedere lui skeitare mi emoziona quasi, oltre che a lasciarmi a bocca aperta.
I tuoi genitori cosa pensano ora che sei una skater affermata e cosa pensavano agli inizi di questa tua passione per lo skate?
Penso che i mie genitori siano fieri di quello che faccio nella vita; nello skate in questi anni ho dovuto superare difficoltà che mi hanno demoralizzato, li ho sempre avuti al mio fianco pronti a sostenermi come potevano e con discrezione, senza mettermi pressione e lasciandomi fare ciò che io credevo fosse meglio per me. Mi hanno sempre supportato qualsiasi sport volessi fare e lo skate lo hanno accolto nello stesso modo, se io sono felice, loro lo sono con me.
Dai un consiglio ad un giovane skater che vuole iniziare o ha iniziato da poco.
Consiglio di ascoltare se stessi, le proprie paure e sensazioni; avere paura è normalissimo e giusto, ma non bisogna bloccarsi davanti alle paura, anzi si deve affrontare e magari anche raggirarla. Per esempio se vedo che un trick mi crea talmente tanta paura da non riuscire a provarlo, raggiro la paura facendo le cose step by step, provandolo prima su quarter o transizioni basse, crescendo e spostando il trick su strutture più grosse; questo “metodo” mi ha permesso di migliorare con serenità.
Lucrezia, noi andremmo avanti a farti domande fino a stasera, ma sei stata gentilissima e molto disponibile. È stato davvero un piacere e speriamo ti sia divertita anche tu. Un grande in bocca al lupo per tutti i tuoi sogni e piani futuri; da oggi che ti conosciamo tutti un pò meglio dopo esserti raccontata, la famiglia di WeAreSkate ti supporterà ancora di più. Let’s Skate!!
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