Oggi abbiamo il piacere di intervistare Ilaria Tonello e di parlare di surfskate essendone una delle massime esponenti in Italia. In questa piacevole chiacchierata ci illustrerà questo mondo e soprattutto come è nata la sua passione per questa disciplina.
Ciao Ilaria Tonello. Innanzitutto parlaci di te e di come nasce la passione per il surfskate
Ciao Daniele 🙂 allora… la risposta sta nella prima parte della parola “Surf”. Nacque questa passione perché il surfskate è un buon allenamento per il surf sul mare, ti da la possibilità di emulare manovre e movimenti, provare e riprovare fino a perfezionarsi.
Il surfskate non ti insegnerà a surfare sul mare, ma può essere un grande aiuto. Il surfskate può completare il tuo allenamento tecnico e fisico. Aiuta la memoria motoria e muscolare, di coordinazione e di equilibrio. Si ha una marcia in più! Per chi, come me, cerca sempre di migliorarsi in mare, e le uscite sono minori rispetto ai paesi esposti all’oceano… non gli può mancare il surfskate. Non sempre si ha la possibilità di viaggiare.
Lo amo anche nella parte “skate“.Mi piace anche usarlo in bowl e sui park ed in pipe. Amo le sfide a 360 gradi, il surfskate ti da la possibilità di cimentarsi in più ambienti diversi. E ringrazio tutti gli skaters che incontro sulla mia strada, ogni volta mi porto a casa qualcosa di nuovo e stimolante dopo il loro incontro.
Credi sia più avvantaggiato uno skater od un surfista che si avvicina a questa pratica?
Quando si approccia al surfskate, si insegna la dottrina del surf. La postura, le prospettive, la cultura del carver. Fondamentale per questo sport. Il surf è: flow, leggerezza, stile sui cambi di direzione, change rail. Un bravo surfskater, si distingue per questo. Come in mare, fluidità e improvvisazioni. Un surfista di almeno un medio livello, avendo già vissuto certe situazioni in mare, alcune nozioni potranno essere più chiare.
Però… bisogna capire la superficie solida e quanto riesce ad ambientarsi in questo elemento. Per lo skaters non surfista, magari specializzato in street style, dovrà entrare su concetti molto diversi rispetto a quello che è abituato fare. Però, ovviamente, avendo praticità sulla tavola con le ruote sarà più avvantaggiato e tranquillo ad ambientarsi sulla materia solida e probabilmente più portato sulle manovre sui tricks.
Più facile per uno skaters da bowl. Scivolando sulla ciotola, si avvicina di più a quello che è il concetto del surf cioè fluidità e velocità.
Ricordo Dogtown, gli Z-Boys, Venice Beach e la California anni 70.
Cito alcuni nomi di surfisti che hanno trasferito il volo dell’acqua sull’asfalto: Stacy Peralta, Tony Alva e Jay Adams ad esempio gli stessi che poi hanno fatto la storia dello skate che negli anni si è evoluto in ramp, street style e bowl. Questo fa capire che è sempre tutto in connubio, in simbiosi. Per chi si avvicina al surfskate la soggettività farà la differenza. Non posso dire che una disciplina, surf o Skate, sia più avvantaggiata rispetto all’altra.
Come descriveresti la scena surfskate italiana e soprattutto quale è secondo la migliore scena europea?
L’Italia del surfskate, è ancora una realtà molto seguita, e di ispirazione per tanti paesi, non solo europei. Infatti sono stata contattata anche da un brand famoso della Corea del Nord. Il numero dei praticanti è sempre in costante crescita, non solo giovani, ma di tutte l’età. Il bello del surfskate è questo! Non bisogna iniziare per forza da giovanissimi per divertirsi, si può cominciare in qualsiasi età, dai 6 ai 99 anni. 😉
Per i più competitivi, esiste un campionato Italiano.
L’Italia è ancora sul podio nella piazza Europa, ma non saprei in quale posto collocarla ora. La Spagna sta investendo tanto su questo sport. Comunque andrà l’Italia è stata la rivoluzionaria del surfskate, e sarà sempre una parte importante della storia di questo sport, non solo in Europa.