Quella di Wimpy è una storia importante per la cultura skateboard italiana. Non solo perché fu uno dei primi free press della storia, ma anche perché rappresenta l’esempio dell’intraprendenza nostrana.
Dopo la metà degli anni 90 lo skateboarding non godeva di buona salute, il mercato viveva una fase di stallo, le riviste del settore in Italia erano assenti e sembravano non esserci grande prospettive. Fu allora che un gruppo di intraprendenti skaters decise di creare una rivista da zero.
Chi è cresciuto nell’epoca di Internet non potrà di certo capire l’importanza di una rivista. A quei tempi le informazioni potevano essere veicolate solo con la carta stampata. Non esistevano siti, blog, social e reperire informazioni era molto difficile.
“Non c’è uno skate magazine? Allora noi ce lo facciamo!”
Era un’epoca di molta immaginazione e fu con questo spirito molto visionario e creativo che nacque Wimpy. Il magazine, dal particolare formato quadrato, offriva una vera e propria panoramica per gli skaters sparsi sullo stivale. Si potevano leggere le ultime news sugli skaters e sui contest, ma anche le novità dalle varie company il tutto arricchito con contenuti grafici accattivanti (come non ricordare le bellissime pubblicità della Bastard).
Il primo numero di Wimpy vide la luce nel Dicembre del 1997. La vera innovazione fu che il magazine era totalmente gratuito, difatti le pubblicità coprivano i costi di stampa e ciò permetteva la distribuzione gratuita. La distribuzione fu affidata ai negozi, perlopiù di snowboard vista la penuria di skateshop all’epoca. La pubblicazione, sempre prodotta dalla Skateboard Society, crebbe sia nel formato che nei contenuti sempre più ricchi.
L’avventura di Wimpy terminò nel 2001 dopo 12 pubblicazioni, ma non fu una morte piuttosto una reincarnazione. Difatti l’idea gettò i semi per una delle riviste più importanti del panorama skate: 6:00 am skateboard culture magazine sempre curata dalle geniali menti di Wimpy e che uscì nelle edicole nel Novembre 2001.
Un’interessante storia quella di Wimpy che come ogni storia degna di nota vale la pena conoscerla e raccontarla.