Ciao a tutti gli appassionati di WeAreSkate! Oggi siamo lieti di presentare un’intervista esclusiva con UAO Skateparks, un’azienda leader nella costruzione di skatepark in cemento, tra i più grandi e meglio progettati in Italia. Scopriremo insieme la loro storia, il mercato, il business e le curiosità sulle costruzioni realizzate. Approfondiremo anche temi come le procedure per realizzare skatepark in Italia, gli investimenti necessari e la crescita del settore nel nostro paese. Diamo il benvenuto a UAO Skateparks!
UAO SKATEPARKS è un progetto che nasce da un’idea disperata: “vivi libero o muori!”. Con la costruzione di Whidaw nel 2012 (una minirampazza in legno costruita al piano terra di casa mia), ho deciso che l’unica cosa che avrei potuto fare per sopravvivere senza fare troppi danni era progettare e costruire skatepark… ci abbiamo messo più di 10 anni, ma finalmente riusciamo a campare facendo quello che amiamo.
Certamente non siamo tra i realizzatori dei park più grandi in Italia: altre aziende come Società Adriatica hanno realizzato opere più consistenti dal punto di vista dimensionale. Diciamo che noi abbiamo iniziato un po’ prima… con nessuna esperienza né risorse finanziarie :)… Abbiamo iniziato con i primi DIY in calcestruzzo: Boheme (Cantù), la mini del Circolino, Ottone Bowl (Lodi, progetto di quelli che oggi si chiamano Samurai Skateparks) e poi L’Aquila con Cody Lockwood, il Coppo e i macedoni, il cantiere dell’Adriatic bowl con Jesse McDowel di Dreamland, i park nella Striscia di Gaza, l’esperienza con Milano Skateboarding (Quarto Oggiaro), Monopoli, la Jamaica, il cantiere squat della mini di Nessuno store (realizzata con i pezzi riciclati di 3 diversi park), lo Zuckapark con gli Zucka boys e adesso Saronno con la migliore crew che mi potevo aspettare di avere intorno.
Insomma non so dirti quale sia stato il progetto o il cantiere “più”…forse L’Aquila è stato il più epico… eravamo io, il Coppo, Blatta e Cody Lockwood a farci da maestro in cantiere e da demolitore di spot dovunque si trovasse, sempre tavola in mano. Cody è una leggenda vivente. Tra i progetti più epici non possiamo non ricordare gli otto anni di odissea che hanno portato al design nonché alla realizzazione del Ghisi skatepark di Rho. Certo anche a Gaza non è stato facile 🙂
Come rispondere a questa domanda, da skater? Proviamo così: sapete cos’è il “Global Gender Gap Index”? E’ un report annuale del World Economic Forum che misura in 146 Paesi il divario di genere in termini di partecipazione economica e politica, salute e livello di istruzione. Ebbene in questa classifica l’Italia si posiziona al 63 posto dopo l’Uganda e lo Zambia… a volte è vero che i numeri parlano più delle parole 🙂
Diciamo solo che la fase più complessa è stata quella pionieristica, in cui collettivamente abbiamo dovuto convincere le amministrazioni che era possibile gettare forme complesse in calcestruzzo alte anche 3m e lisciarle a specchio senza fare danni o uccidere nessuno. Per il resto viviamo in un paese che credo sia allo sfascio… non te la puoi nemmeno prendere con gli uffici o con le amministrazioni, perché spesso i secondi non hanno fondi e i primi non hanno personale… per questo perderemo i fondi del PNRR e per questo ci saranno anche meno skateparks in Italia.
Come abbiamo affrontato gli ostacoli? Skate or die fratelli! Se c’è una cosa che trasforma la merda in oro, i grigi marciapiedi in un parco giochi è lo skateboarding: costruendo park diffondiamo nello spazio pubblico sia le forme che ci servono per divertirci di più, sia il “virus” del freestyle, della libera espressione ed interpretazione degli spazi artificiali. “Fedeli alle linee” è il nostro motto: più spaccano i park, più gente vi si aggregherà, più associazioni nasceranno, più skater ci saranno nelle strade 🙂
I fattori sono:
Si capisce?
Mediamente, quanto tempo ci vuole per completare un progetto)Se si esclude la parte di recupero dei fondi, il districarsi tra i bandi e gli uffici comunali, tutto il resto è abbastanza semplice 🙂 Noi di solito coinvolgiamo nella fase progettuale degli skater locali per determinare con loro le linee generali di approccio al park, nonché le strutture che più interessano nella zona dove interveniamo.
Sviluppato il disegno architettonico bisogna passare agli esecutivi (un sacco di tavole, relazioni, carte, conti, rendiconti, ecc), poi il comune lo approva, lo manda in gara d’appalto (o, più raramente, lo affida direttamente ad una determinata azienda), un’azienda “a caso” vince il 90% delle volte e poi capita che ci chiamino per fare il lavoro.
E’ davvero difficile inquadrare una casistica specifica: ogni progetto si sviluppa un po’ a modo suo 🙂 Per sviluppare un progetto esecutivo e quindi completo per essere realizzato ci vogliono circa 2 mesi, poi dipende dalla complessità della singola opera.
Come dicevo prima, viviamo in un paese che non ce la sta proprio facendo… i fondi del PNRR sarebbero stati una bella risorsa per il futuro del nostro settore: ma meno fondi europei significa meno skateparks… le amministrazioni comunali non hanno una lira 🙂 Dopodiché il fenomeno “skateboarding” sta crescendo sensibilmente anche in Italia quindi volente o nolente i fondi li troveranno e gli skatepark continueremo a costruirli.
Uno skatepark deve essere progettato con il cuore e la collaborazione di chi lo skaterà, poi serve uno skater-progettista che sia in grado di tradurre in un disegno di linee coerenti il sistema delle strutture che si è scelto di posizionare nell’opera. Tutto qui..
Ovviamente ci sono persone più esperte (come noi megaNerd della progettazione di park che abbiamo sbavato davanti a disegni vettorialie video tipo “In transition” o “The cult of concrete” per anni) e altre meno, ma credo che con un po’ di genuina onestà chiunque può sviluppare la propria idea collaborando con un progettista specializzato. Detto questo gli skateboarder a volte sono peggio di certe ragazze incontentabili che fanno sempre i capricci e non te la danno mai… quindi non è sempre possibile rispondere alle esigenze di tutti: devo dire però che fino ad ora abbiamo ricevuto molti complimenti e poche critiche. Meno male.
Le amministrazioni in genere non hanno soldi e parlano solo a chi gli porta dei voti: quindi 1) se siete un associazione e avete un po’ di iscritti (non ne servono molti) vi ascoltano di più e 2) se avete un progetto in mano (definitivo o esecutivo) avete più possibilità di accedere ai tanti bandi che in questi anni stanno uscendo per finanziare le opere più disparate.
Funziona così: spesso i bandi regionali escono con pochissimo preavviso e molti comuni non riescono a consegnare i progetti entro le tempistiche. Convincere un comune ad avere in mano un progetto anche solo definitivo significa avere un documento “pronto all’uso” non appena esce un qualsiasi bando che possa essere idoneo allo scopo. In ogni caso se avete delle necessità specifiche potete contattarci e vi diamo due dritte più specifiche.
UAO SKATEPARKS è stato un progetto da “one man band”… un capitano senza ciurma, che vaga solitario con una barchetta a metano: col tempo ho trovato una rotta e dei compagni di viaggio che ormai prendono il volo e mi insegnano a lavorare con più serenità. Finalmente possiamo dire Noi facciamo gli skatepark e li facciamo pure bene.
Per questo a breve UAO SKATEPARKS diventerà una cooperativa a mutualità prevalente, egualitaria e aperta (per quanto possibile) a tutti i rider che vorranno partecipare allo sviluppo dello skateboarding italiano: con il sudore, la dedizione e la voglia di lavorare in una squadra di guerrieri del calcestruzzo 🙂
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Grazie mille, UAO Skateparks, per aver condiviso con noi la vostra esperienza e la vostra passione per la costruzione di skatepark di qualità. Siamo sicuri che il vostro lavoro continuerà a ispirare e a far crescere la scena dello skateboarding in Italia. Auguriamo a voi e al vostro team il meglio per il futuro!
Alla prossima intervista, cari lettori di WeAreSkate! Continuate a seguire il nostro blog per altre interviste esclusive e approfondimenti sul fantastico mondo dello skateboarding.
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